La Terra e i suoi frutti
In un viaggio a Rogliano, nel territorio del Tirreno cosentino, il
famoso scrittore Mario Soldati afferma che “il Savuto è il vino più
celebrato della provincia di Cosenza, e sta a Cosenza come il Barolo sta
a Cuneo”.
Un grande rosso calabrese, un vino
particolare, autoctono, distintivo. Si produce lungo la valle del fiume
Savuto, tra le pendici nord-occidentali del Massiccio del Reventino e la
parte più meridionale della Catena Costiera che termina col gruppo del
monte Cocuzzo. Da sempre questa è un'area dalla grande vocazione
vitivinicola: non a caso i primi coloni greci, incantati dalle bellezze
del luogo, diedero alla Calabria il nome di Enotria, ossia
terra del vino. Qui la coltivazione della vite si pratica su stretti
terrazzi digradanti verso il fondo valle, ricavati grazie a muretti in
pietra: proprio per tale ragione a Rogliano anticamente il vino era
conosciuto con il nome di ‘Succo di Pietra’. Tutt'oggi la produzione di
vino Savuto rappresenta una grande risorsa per il patrimonio enologico
non trascurabile della regione e in particolare del territorio di
Rogliano e Marzi. Il Savuto, che nel 1975 ha ottenuto il riconoscimento
della doc, è uno dei vini più antichi della Calabria, fin dai tempi di
Plinio era un vino ricercatissimo, quando era apprezzato con il nome di Sanutum.
Tra i primi riconoscimenti ufficiali, nel 1933 si registra la
premiazione di campioni di vino Savuto alla prima mostra mercato dei
vini tipici di Siena. Moltissime le testimonianze che fanno riferimento
al vino Savuto, tra cui vale la pena ricordare la benevola descrizione a
firma del celebre Luigi Veronelli nel 1946 sulla sua guida ai Vini
d'Italia, che lodò questo rosso calabrese per le sue doti di vino
generoso. Menzioni al Savuto si trovano anche nelle opere letterarie
dell'archeologo francese Francois Lenormant e del viaggiatore inglese
Norman Douglas.
fonte: http://vini-cantine.lifeandtravel.com/calabria/vini-in-primo-piano/savuto-doc.html#.VTILRS6I8Qs
Categoria: Benessere e alimentazione